Evoluzione normativa: dalla tassa alla tariffa in attesa del provvedimento Arera

Pubblicato il 16 marzo 2025 alle ore 17:55

Il finanziamento della gestione dei rifiuti urbani in Italia si basa sul principio europeo del "chi inquina paga", che attribuisce ai produttori di rifiuti la responsabilità dei costi legati alla loro gestione. (Pubblicazioni dell'Unione Europea) Questo principio è stato recepito nella normativa italiana attraverso il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, noto come "Testo Unico Ambientale", che stabilisce che la gestione dei rifiuti deve avvenire nel rispetto del principio "chi inquina paga". (Parlamento)

Evoluzione normativa: dalla tassa alla tariffa

Tradizionalmente, il finanziamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani avveniva tramite una tassa (TARSU), calcolata in base alla superficie dell'immobile e alla categoria catastale. Tuttavia, questo metodo non rifletteva accuratamente la quantità di rifiuti prodotti dai singoli utenti, risultando in una scarsa correlazione tra il costo sostenuto e l'effettivo impatto ambientale.

Per allinearsi al principio "chi inquina paga", si è progressivamente adottato un sistema di tariffazione, introducendo la Tariffa di Igiene Ambientale (TIA) e successivamente la Tassa sui Rifiuti (TARI). La TARI, istituita con la Legge 27 dicembre 2013, n. 147, è concepita per coprire integralmente i costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani, basandosi su criteri che tengono conto sia della superficie dell'immobile sia del numero di occupanti, avvicinandosi così al principio di proporzionalità tra costi e quantità di rifiuti prodotti.

Linee guida 2025 del Ministero delle Finanze

Il 10 febbraio 2025, il Ministero delle Finanze ha pubblicato le "Linee guida interpretative per l'applicazione del comma 653 dell'art. 1 della legge n. 147 del 2013", aggiornando le indicazioni per l'utilizzo dei fabbisogni standard nella determinazione del Piano Economico Finanziario (PEF) della TARI. (Ministero delle Finanze) Queste linee guida mirano a uniformare e standardizzare il calcolo dei costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani, fornendo ai Comuni strumenti per determinare tariffe più eque e trasparenti, in linea con il principio "chi inquina paga". I Comuni sono tenuti ad approvare il PEF e i regolamenti sulla TARI entro il 30 aprile 2025, salvo eventuali proroghe. 

Ruolo dell'ARERA e futuro della tariffazione

L'Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) svolge un ruolo cruciale nella definizione dei criteri per la determinazione delle tariffe del servizio di gestione dei rifiuti. Nel febbraio 2025, ARERA ha avviato la predisposizione del metodo tariffario per il periodo 2026-2029, con l'obiettivo di garantire una maggiore efficienza e trasparenza nel settore.  Questo processo prevede l'adozione di criteri che incentivino comportamenti virtuosi da parte degli utenti, promuovendo la riduzione della produzione di rifiuti e il miglioramento delle pratiche di raccolta differenziata. Poiché è stato di recente approvato il nuovo bando-tipo per affidare il servizio rifiuti (deliberazione 27 dicembre 2024, n. 596/2024/R/Rif) — operativo dal 2026 — il metodo tariffario dovrà tener conto delle condizioni alle quali l'operatore si è aggiudicato l'affidamento del servizio in esito alla gara d'appalto.

Entro il 31 luglio 2025 – dopo avere sentito gli operatori di settore e altri soggetti interessati — Arera chiuderà il procedimento emanando il provvedimento.

Il passaggio da un sistema basato sulla tassa a uno basato sulla tariffa rappresenta un'evoluzione significativa nella gestione dei rifiuti urbani in Italia, in linea con il principio europeo del "chi inquina paga". Le recenti linee guida del Ministero delle Finanze e l'attività regolatoria dell'ARERA testimoniano l'impegno delle istituzioni nel rendere il sistema tariffario più equo, efficiente e trasparente, assicurando che i costi del servizio siano proporzionati all'effettivo impatto ambientale degli utenti.

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