Tari o Tarip? La natura del tributo e la gestione da parte dei gestori privati

Pubblicato il 26 febbraio 2025 alle ore 08:52

La difficoltà nella riscossione e gestione degli insoluti nella tariffazione puntuale dei rifiuti urbani è dovuta a una serie di fattori strutturali, normativi e gestionali.

Riprendendo il rapporto presentato dalla Regione Emilia Romagna si vuol approfondire uno degli aspetti critici in esso evidenziati ed a nostro parere più importanti, in quanto toccano aspetti gestionali e di processo. In realtà, da diversi anni suggeriamo agli enti di effettuare un passaggio a puntuale mantenendo la propria banca dati costruita in decenni e ben collegata a fonti esterne (Sistema anagrafe, dati utenze Siatel, Catasto, ecc). Il sistema puntuale presenta enormi vantaggi se adottato con criterio, attraverso un collegamento ed una serie di connettori al sistema informativo del Gestore della raccolta. In definitiva, ogni stakeholder interessato al processo deve svolgere i propri compiti in maniera coordinata con gli altri senza sovrapposizioni o tentativi di monopolizzare la gestione. 

La natura del tributo e la gestione da parte dei gestori privati

  • La TARI tributo viene riscossa direttamente dal Comune, che ha poteri di accertamento e di riscossione coattiva attraverso strumenti come il ruolo coattivo e l’affidamento ad agenzie di recupero crediti.
  • La tariffa corrispettiva (Ta.Ri.P.), invece, è spesso gestita direttamente dalle aziende che raccolgono i rifiuti, che non hanno gli stessi strumenti coercitivi dei Comuni per il recupero dei crediti.
  • I gestori privati, a differenza dei Comuni, non possono iscrivere a ruolo gli importi non pagati, quindi il recupero degli insoluti diventa più complesso.

1. Rischio di mancati pagamenti e morosità

  • La tariffa puntuale, essendo più elevata per chi produce più rifiuti, può portare a maggiori insoluti rispetto a una tassa fissa.
  • Nei contesti con alta evasione fiscale, vi è una maggiore propensione al mancato pagamento, specie se le sanzioni sono difficili da applicare.
  • Alcuni utenti ritardano i pagamenti o li evitano del tutto, sapendo che le aziende di gestione rifiuti hanno meno strumenti per agire rispetto all’Agenzia delle Entrate o alla riscossione comunale.

2. Difficoltà nella gestione delle anagrafiche degli utenti

  • I Comuni e i gestori hanno difficoltà a mantenere aggiornate le banche dati delle utenze, specialmente per le attività commerciali e le seconde case.
  • Le problematiche principali includono:
    • Utenze non dichiarate (chi occupa un immobile ma non è registrato).
    • Utenze non aggiornate (es. cambi di domicilio non comunicati).
    • Difficoltà nel distinguere tra utenti domestici e non domestici per la corretta applicazione delle tariffe.
  • Se un utente non è correttamente registrato, è difficile attribuirgli la tariffa e quindi riscuotere il pagamento.

3. Problemi di evasione ed elusione

  • Alcuni cittadini e imprese non dichiarano correttamente la loro presenza sul territorio per evitare di pagare la tariffa.
  • Nelle zone turistiche o con alta mobilità abitativa, è difficile individuare chi effettivamente produce i rifiuti e deve pagare.
  • Nei condomini o nelle abitazioni in affitto, la responsabilità del pagamento può essere poco chiara tra proprietari e inquilini.

4. Limiti degli strumenti di recupero crediti

  • Quando un utente non paga, il Comune o il gestore devono avviare procedure di recupero crediti, che possono essere lunghe e costose.
  • Nei Comuni che adottano la tariffa corrispettiva, il gestore privato ha meno strumenti per esigere il pagamento rispetto a un tributo comunale.
  • La soglia di tolleranza sugli insoluti imposta da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) stabilisce che i gestori devono coprire fino al 2% di crediti inesigibili, oltre i quali si possono scaricare i costi sugli altri utenti, creando iniquità.

5. Conseguenze della difficoltà nella riscossione

  • Aumento della pressione sugli utenti onesti: i crediti inesigibili vengono spesso redistribuiti tra i contribuenti che pagano regolarmente.
  • Minori risorse per il servizio: i mancati incassi riducono la capacità di investimento nella gestione rifiuti.
  • Rischio di contenziosi: se un gestore privato non riesce a incassare, potrebbe rivalersi sui Comuni o ridurre la qualità del servizio.

Soluzioni possibili per migliorare la riscossione

Migliorare la gestione delle anagrafiche: aggiornare i dati sulle utenze e incrociare le informazioni con altri database comunali (es. tributi locali).
Affidare la riscossione ai Comuni: permettere ai Comuni di riscuotere anche la tariffa corrispettiva, come avviene per la TARI tributo.
Potenziare i controlli: incrociare i dati catastali con quelli della raccolta rifiuti per identificare utenze sconosciute.
Prevedere sanzioni più efficaci: introdurre penali più severe per chi non paga.
Campagne di sensibilizzazione: educare i cittadini sui benefici della tariffazione puntuale e sull’importanza di pagare correttamente.


Conclusione

Le difficoltà nella riscossione della tariffazione puntuale derivano principalmente dalla natura del tributo, dai limiti normativi, dall’evasione e dalla gestione delle anagrafiche. Senza strumenti adeguati, il rischio di insoluti rimane alto, con conseguenze negative sulla qualità del servizio e sull’equità del sistema.

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