Adeguamento ISTAT dell’1,1% delle tariffe 2025 per antenne e servizi di rete

Pubblicato il 20 gennaio 2025 alle ore 10:18

Con il comunicato stampa pubblicato sul sito dell’Istat del 16 gennaio 2025, sono stati resi pubblici i dati relativi l’andamento dei prezzi al consumo del 2024.

In media, nel 2024 i prezzi al consumo registrano una crescita del 1,0% (+5,7% nel 2023). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’“inflazione di fondo”), i prezzi al consumo crescono del 2,0% (+5,1% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 2,1% (+5,3% nel 2023).

Ai fini dell’aggiornamento delle tariffe del Canone Unico Patrimoniale, tuttavia dobbiamo concentrare l’attenzione sull’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, che risulta aumentato dello 0,1% su base mensile dello 1,1% rispetto a dicembre 2023, mentre la variazione media annua del (FOI), al netto dei tabacchi, del 2024 è pari al +0,8% (era +5,4% nel 2023).

La normativa relativa le occupazioni realizzate con cavi e conduttore da parte delle aziende di erogazione di pubblici servizi, è disciplinata come noto dal comma 831 dell’articolo 1 della Legge 160/2019, che prevede: “…Gli importi sono rivalutati annualmente in base all'indice ISTAT dei prezzi al consumo rilevati al  31  dicembre dell'anno precedente…”

Il legislatore ha fissato le tariffe ad utenza a cui fare riferimento, individuandole in due fasce in base alla popolazione del Comune, prevedendo anche un importo minimo di versamento, e stabilendo come detto l’adeguamento annuale degli IMPORTI in base all’indice ISTAT dei prezzi al consumo rilevati al 31 dicembre dell’anno precedente.

Proprio questa formulazione utilizzata dal Legislatore porta a ritenere che anche la soglia minima di 800 euro debba essere rivalutata così come accade per le due misure di tariffe.

Stessa sorte per la tariffa indicata al successivo comma 831bis, norma introdotta dal D.L. 77/2021, per regolare il pagamento da parte degli operatori che forniscono i servizi di pubblica utilità di reti e infrastrutture di comunicazione elettronica.  In questo caso il Legislatore, nel definire il presupposto, ha voluto determinare il canone non legandolo alle utenze servite da queste aziende che distribuiscono pubblici servizi, ma stabilendolo in misura fissa di 800 euro, stabilendo che la stessa tariffa dovrà, al pari di quella del comma 831, essere aggiornata all’indice Istat. Nella norma infatti si Legge: “I relativi importi sono rivalutati annualmente in base all’indice ISTAT dei prezzi al consumo rilevati al 31 dicembre dell’anno precedente.”

Definito quindi l’ambito di applicazione dell’adeguamento Istat che coinvolge due commi relativi le occupazioni realizzate per l’erogazione dei servizi di rete, vediamo di seguito quale è stata l’evoluzione delle tariffe e della soglia minima rispetto ai valori indicati dal Legislatore in prima applicazione.

In questi primi anni di applicazione del Cup si sono registrati i seguenti aumenti in base all’indice ISTAT:

anno 2022: indice del 3,8%

anno 2023: indice del 11,3%

anno 2024: indice del 0,6%

anno 2025: indice del 1,1%

Di conseguenza le nuove tariffe di riferimento per le aziende che erogano servizi di rete chiamate entro il 30 aprile 2025 a versare il CUP in relazione alle loro occupazioni, diventano:

tariffa Comuni fino a 20.000 abitanti da Euro 1,75 a Euro 1,77

tariffa Comuni oltre 20.000 abitanti da Euro 1,17 a Euro 1,18

importo minimo versamento da Euro 929,79 a Euro 940,02

Da registrare come l’aumento delle tariffe maturato a distanza di 4 anni dall’entrata in vigore della nuova entrata dedicata alle occupazioni di suolo pubblico realizzate per l’erogazione di servizi pubblici è stato complessivamente del 17,50%.

Aumento significativo che va ad incidere, non poco, sul gettito complessivo dell’entrata. Per questo il pensiero corre subito al comma 817 e alla sua corretta interpretazione, anche alla luce della modifica normativa apportata con il comma 757 della nuova Legge Finanziaria 2025.

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